Al centro della carriera e dell’esistenza del compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso (1971-2020), quanto di più atipico si possa immaginare sia per le vicende personali che professionali, c’è sempre stato l’amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita. L’appassionato documentario musicale “Ezio Bosso. Le cose che restano” è presentato in anteprima nella sezione Fuori Concorso della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (vedi approfondimento dettagliato DeArtes qui) e poi nelle sale cinematografiche italiane.

Nel film il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso le sue riflessioni, interviste, pensieri, in un flusso di coscienza che si svela e ci fa entrare nel suo mondo, come in un diario. La narrazione è stratificata, in un continuo rimando fra immagine e sonoro. Le parole dell’artista si alternano alla sua seconda voce, la musica, e alle testimonianze di amici, famiglia e collaboratori che contribuiscono a tracciare un mosaico accurato e puntuale della sua figura.

Il regista Giorgio Verdelli

Portatore di un potente messaggio motivazionale nella sua vita e nella sua musica, Ezio Bosso è stato e sarà sempre una fonte d’ispirazione per chiunque vi si avvicini. «Una presenza, non un ricordo», come racconta il regista del film, Giorgio Verdelli.

Prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film con Rai Cinema, “Ezio Bosso. Le cose che restano” verrà distribuito nelle sale italiane come evento solo il 4, 5, 6 ottobre 2021 da Nexo Digital.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Nexo Digital, 26 luglio 2021
Immagine di apertura: Ezio Bosso, credit Guido Harari

Treailer: https: //youtu.be/ZbBZr6CFEHk 

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